Riflessioni di 12 mesi sul fiume
Bentornati alla seconda parte di questo viaggio. Dopo aver esplorato gli elementi del remare come individuo nella prima parte, nella seconda parte approfondiremo cosa significa remare con gli altri e co-creare non solo con altre persone ma con la fonte della vita, il Divino stesso. Perché nessun uomo è un’isola e conviviamo con gli altri in questo mondo.
Prima di ciò, un piccolo aggiornamento: l’8 luglio, dopo aver remato su una barca da 4, ho scoperto che potevo facilmente portare non solo 6 remi, ma ben 8, con la spalla e la mano non dominanti! Tutto questo grazie a Bruno, un istruttore esperto e soci che hanno condiviso con me il segreto: trovare il punto medme e portare i remi leggermente più vicini al lato della pala, perché le pale sono più pesanti… Che rivelazione!
💡 Rema con attrezzatura:
6. Per non sprecare energia, imparare e seguire la catena (ordina) della vita
Come nella vita, anche nel canottaggio l’ordine e il tempismo sono tutto. Conoscere il giusto ordine delle cose e il momento preciso in cui effettuare il colpo successivo massimizzerà la tua potenza, la distanza percorsa riducendo lo sforzo e la probabilità di affaticamento.
Sia che tu stia remando sul vogatore o sull’acqua, come i quattro momenti della giornata e le quattro stagioni nell’arco di un anno che si susseguono in sequenza, c’è una catena di quattro movimenti da eseguire in un ordine fluido e senza soluzione di continuità:

Dall’Attacco alla Svincolo: Prima le gambe e infine le braccia
Immagine fatto da Wenlin e Ema

Da Svincolo all’attacco: Prima le braccia e infine le gambe
Immagine fatto da Wenlin e Ema
Quando remi sulla remoergometro, c’è una catena che si muove quando tiri il manubrio. Nella fase di spinta, quando spingi le gambe e poi utilizzi il busto e le braccia, la catena si allunga, mentre nel recupero, quando raddrizzi le braccia, inclini il busto in avanti, quindi fletti le ginocchia e scivoli in avanti, la catena si ritrae indietro.
Quando si rema, i principianti spesso confondono l’ordine, piegando troppo presto i gomiti e le braccia durante la fase di spinta:
Errore comune: i principianti spesso “spezzano” le braccia troppo presto nella fase di spinta invece di tenerle distese
Immagine da video ‘3 Errori comuni nel canottaggio’, fatto da me e nostro Coach Ema
Come nel canottaggio, anche nella vita c’è un ordine nel fare le cose. Per preparare una torta, devi prima preparare e misurare gli ingredienti. Forse bisogna prima setacciare la farina, e bisogna separare i tuorli dagli albumi e sbatterli prima di aggiungerli alla farina, e poi al lievito, prima di mettere in ordine. Se confondi l’ordine, la torta non lieviterà o potrebbe avere un sapore strano.
Alcune domande utili da porsi sono:
- Per questo progetto/cosa su cui sto lavorando, quali sono i passaggi che devo compiere?
- Qual è l’ordine corretto di questi passaggi?
- Ho saltato o tralasciato qualche passaggio oppure li ho eseguiti nell’ordine sbagliato?
7. Per ottenere la massima potere, agisci subito prima di sentirti completamente pronto
Nella parte 1 di questo articolo abbiamo già esplorato al punto 2 quanto sia importante il tempismo. Se ti affretti ed esegui la bracciata successiva prematuramente, sprechi energia e tempo perché la tua bracciata è in opposizione contro la barca, che si sta ancora muovendo dalla tua ultima bracciata. Ma se fai il contrarme e aspetti troppo a lungo per dare la bracciata successiva quando la barca è già completamente ferma, l’inerzia sarà maggiore e ti servirà più sforzo per muovere la barca.
Come fotografo cinematografico hobbista quando avevo vent’anni, ho imparato a conoscere il potere del tempismo attraverso il fotografo Magnum Henri Cartier Bresson, che ha coniato “il momento decisivo”, il momento effimero, quando tutti gli elementi si uniscono perfettamente per creare un’immagine significativa. Quando vedi quel momento non puoi esitare, devi premere il pulsante di scatto, altrimenti quell’immagine, quella occasione, quel ricordo rischiano di perdersi per sempre.
Catturare la silhouette perfetta di un amica nel momento decisivo
Immagine fatto da me
Allora quando dovresti dare il colpo successivo quando remi? Come discernere il momento decisivo? Il mio grande momento A-ha è arrivato quando il nostro Coach Ema mi ha spiegato perché, nonostante remassi così forte sul vogatore, il mio livello di potenza non era superiore a 140 Watt: stavo facendo una pausa alla fine dopo che la catena si era ritratta, prima di prendere il colpo successivo.
Sul vogatore, il momento ottimale per effettuare la vogata successiva è quando la catena è quasi completamente ritirata all’indietro e fermato, ma è ancora in movimento, ancora in vibrazione. Quando esegui il colpo successivo in questo momento c’è meno inerzia perché le cose sono ancora in movimento.
Così lo stesso nella vita, il migliore momento per fare una cosa è quando non sei completamente pronta ma un po ‘prima, magari ancora hai un po’ di paura o incertezza ma se in realtà già pronta. È proprio l’azione che ha causato la tua crescita.
Non è facile maneggiare i remi (cose, persone) con leggerezza
Immagine fatto da me e nostro Coach Ema
Allora come possiamo discernere il momento in cui la catena è ancora in movimento? Se torniamo all’esempio della fotografia, il punto di Cartier-Bresson è che nel turbinio dell’umanità e della natura, intorno a noi, ci sono occasionali momenti fugaci in cui gli oggetti in movimento si allineano naturalmente nell’inquadratura. E catturarlo in realtà non può essere realizzato attraverso il pensiero organizzato e la struttura forzata: avviene attraverso l’istinto, premendo il pulsante di scatto in un istante basato sull’intuizione.
Allo stesso modo, se chiedi a un vogatore esperto, probabilmente ti dirà che percepire quando la barca scivola sotto di te e conoscere il momento immediatamente prima che la barca si fermi per eseguire il colpo successivo deriva dallo sviluppo di una sensibilità in acqua, che in genere proviene da anni di pratica del canottaggio.
Ciò potrebbe sembrare ancora un po’ astratto: permettimi di utilizzare un esempio più specifico e personale per illustrarlo. Il momento giusto per tentare di salire di livello è appena prima di sentirti completamente pronto, prima che la barca si sia fermata completamente, mentre la catena è ancora in movimento e vibra.
Nonostante in molte altre situazioni diverse mi abbiano detto che imparo velocemente, nel primo mese mi sono iscritto al canottaggio ho faticato a seguire le lezioni e mi sono sentito come un completo fallimento a causa della mancanza di un programma strutturato e delle lezioni insegnate interamente in italiano, compresi i termini tecnici per i nomi di parti delle imbarcazioni, comandi e così via. A causa dell’elevato numero di studenti che ogni istruttore deve seguire, ho ricevuto pochi feedback e mi sentivo frustrato perché non percepivo alcun progresso visibile. Ho mandato una mail alla segreteria per chiedere se potevo prendere lezioni private, preferibilmente in inglese, alla quale mi è stato detto che le lezioni private erano riservate solo ai soci.
Un giorno nello spogliatoio qualcuno ha sollevato l’argomento su come diventare socio e ho scoperto che nel nostro gruppo mattutino solo tre erano soci nonostante molti di loro remassero per anni. Ho pensato probabilmente che tra un anno mi sentirò completamente pronto per impegnarmi e diventare socia. Sì, è allora che lo farò.
Quando ho iniziato a scrivere la prima parte di questa riflessione, circa sei mesi dopo aver iniziato a remare, ho capito esattamente cosa dovevo fare per accelerare la mia crescita: dovevo diventare membro prima di sentirmi completamente pronto. Perché proprio diventare membro mi avrebbe dato tutti i privilegi e le opportunità per salire di livello anche se non mi sentivo ancora del tutto “pronto” per impegnarmi: potevo remare più di 3 volte a settimana, potevo venire quando volevo, avrei potuto prendere lezioni privati con un istruttore e avrei potuto dedicare del tempo a bordo barca singola, tutte cose a cui non avevo accesso al momento, che mi avrebbero aiutato ad accelerare la mia crescita per raggiungere il mio obiettivo prima.

realizzando il mio obiettivo di remare con sicurezza in singola
Immagine fatto da video, fatto da nostro Coach Ema
Nonostante sia caduto nel fiume due volte, ora sono orgogliosa di dire che, dal 23 giugno 2024, poco più di un anno da quando ho iniziato a remare, ho raggiunto il mio obiettivo: posso trasportare con sicurezza la singola barca, regolare salirci dentro, remare fino alla passarella, tornare, pulirla e rimettere a posto la barca, tutto da solo. Tutto questo perché ho effettuato il colpo successivo prima di sentirmi completamente pronto.
Nella vita siamo fuorviati dal nostro sistema educativo, che ci promuove automaticamente al livello successivo una volta superati gli esami del livello attuale. Nella vita adulta, però, ciò che ti porta al livello successivo non è fare bene le cose al livello attuale: è proprio fare male le cose al livello successivo che ti fa diventare decente e alla fine competente.
Per remare bene in singolo, devi iniziare a remare male in singolo. Potresti avere anni di vogata bene in doppio o quad al tuo attivo, ma non garantisce comunque che remerai bene in singolo. Per pubblicare il tuo primo libro, devi prima iniziare a scrivere male, così potrai diventare un bravo scrittore. Per essere promosso a manager, dimostra la tua capacità di supervisionare e svolgere un lavoro manageriale adesso, anche prima di diventare manager, perché è proprio dimostrare di avere potenziale manageriale che ti fa promuovere. Per ricevere una proposta di matrimonio dal tuo partner, devi iniziare a dimostrare fin da ora le tue capacità di coniuge, sostenendo la tua dolce metà come se fossi già sposato, perché è proprio questo che dimostra al tuo coniuge che sei pronto, senza dirgli o fare pressioni.
Ho iniziato questa serie di articoli esattamente con la stessa mentalità e intenzione: voglio scrivere in modo competente in italiano su flow, canottaggio, consapevolezza, i cinque elementi e la vita. Non sono ancora del tutto a quel livello: metà di questo è stato scritto da me in italiano di base, e l’altra metà prima in inglese, poi tradotto con l’aiuto di Google Translate e poi modificato ma è proprio questo progetto e questo disordine, processo imperfetto che mi porterà lì.
E tu?
Cos’è che vuoi veramente fare, ma ritieni di non essere ancora pronto per farlo?
Hai aspettato il momento in cui ti sentirai completamente pronto per farlo?
8. Per padroneggiare la vita: guidare i remi con leggerezza
C’è un consiglio prezioso che ho ricevuto la prima volta che ho provato a remare nel 2022, e che ancora oggi porto nel cuore: ‘tenere remi senza afferrare’, ha detto Bruno, il mio istruttore di canottaggio durante il mio primo lezione. Bruno ha sottolineato che la presa è controproducente poiché spreca energia, provoca tensioni inutili e limita la gamma di movimenti possibili. “Ora senti la corrente e guida i remi”, disse Bruno.
Sembra facile, ho pensato, ma nella mia prima remata lungo il Po più di una volta ho stretto inutilmente la presa sui remi senza rendermene conto, e a volte ho provato anche a usare la forza per vincere la corrente. Alcune volte ho dovuto fare una pausa, ricordare consapevolmente a me stesso di rilassarmi e riprovare.
Non possiamo prevedere situazioni inaspettate, come gli altri potrebbero rispondere e quindi potremmo provare a resistere o controllarle, soprattutto se si comportano o si svolgono in modo diverso dal previsto. Ma più cerchiamo di sopraffare le persone o i fattori al di fuori del nostro controllo, più ci stanchiamo e ci facciamo del male. Nel canottaggio questo è evidente soprattutto tra i principianti, che soffrono di vesciche, conseguenza della presa eccessiva sui remi.
Non è facile maneggiare i remi (cose, persone) con leggerezza
Immagine da nostro mattiniero Ale
Qual è la soluzione allora? All’interno del primo dei cinque Yama (linee guida etiche) nello Yoga, c’è Aparigraha (Sanscrito: अपरिग्रह): nessuno possiede niente e nessuno. Aparigraha è spesso tradotto come non afferramento o non avidità, ma un modo migliore per comprendere il vero significato di Aparigraha è invece “ammorbidire la presa”, o in Inglese, “hold / take things lightly”.
Che aspetto ha questo nel canottaggio? Si tratta di una presa salda ma rilassata sui remi e di un movimento rotatorio con le dita chiamato “Feathering” dai vogatori inglesi, in cui si consente alla pala di girare.
Il ‘Feathering’ (Finger roll) è un’abilità cruciale necessaria per una buona voga
Immagine da Fila perfetta
Un altro errore comune che i principianti, me compreso, commettono nei loro primi anni di voga è quello di abbassare i remi in profondità nell’acqua e poi tirare più forte che possono nella speranza che questo spinga la barca in avanti. Si potrebbe pensare che più la pala è profonda nell’acqua, meglio può spingere la barca in avanti, ma questo è completamente sbagliato. La profondità ottimale è quando solo la parte della pala del remo è immersa nell’acqua.
la profondità ideale della pala è quando solo le pale ma invece i manici sono sepolti nell’acqua
Immagine da Randal Foil
Padroneggiare la profondità della pala è un’altra abilità chiave che richiede tempo e consapevolezza, ed è ciò su cui sto lavorando attualmente. Anche se non hai mai remato prima, probabilmente puoi identificarti con la tua esperienza personale se ti sei trovato in una situazione in cui eri “troppo coinvolto”: eri troppo coinvolto o attaccato a una situazione o a una relazione difficile che non sei riuscito a liberartene e hai sofferto fisicamente, emotivamente e / o mentalmente.
Perfezionare la profondità ideale della pala richiede pratica
Immagine da Canottaggio decente
Il fatto innegabile è che le nostre vite sono effimere e tutte le cose e le persone che amiamo o desideriamo, compresi noi stessi, prima o poi avverrà. Se mettiamo i remi troppo in profondità, rimaniamo bloccati e facciamo fatica ad andare avanti. A causa di questa paura di “essere troppo in profondità”, alcuni di noi scelgono di distaccarsi, disimpegnarsi o separarsi da emozioni, persone o situazioni per evitare angoscia, crepacuore o sofferenza.
Ma questo non è davvero un modo di essere fattibile. Nel suo libro ‘Karma per for today’s traveller’, il monaco Phra Bhasakorn Bhavilai usa l’elemento Acqua come metafora della nostra esperienza con il mondo esterno. Lui scrive:
“La non azione non è né sensata né possibile. In realtà le nostre piscine non sono così tranquille. Le cose stanno accadendo. Ci sono onde e correnti e dobbiamo reagire. Vivere nel mondo richiede sempre azione. L’idea è di essere abbastanza saggi da agire in modo da ridurre o eliminare le reazioni che ci portano sofferenza.”
Nel Buddismo, questo approccio è chiamato la via di mezzo, o via di mezzo di non attaccamento, nel senso che dovremmo amare, ma non dovremmo aggrapparci ai nostri desideri, come voler stare in compagnia dei nostri cari, o alle nostre avversioni, come il deterioramento della salute dei nostri cari. Questo perché ciò che causa la maggior parte della sofferenza umana è il nostro rifiuto, la nostra incapacità di accettare l’impermanenza.
Nelle parole del terapeuta Orion Teraban, la Padronanza della Vita si riduce a una cosa: la capacità di essere nel mondo ma non del mondo: coltivare, d’altra parte, la capacità di partecipare pienamente al mondo rimanendo completamente non attaccati al mondo.
Per me, una cosa in cui ho imparato a migliorare man mano che invecchme e non prendere me stesso o le cose troppo sul serio. È ancora la mia tendenza, così come la mia forza, a preoccuparmi davvero, ma con il passare del tempo questa semplice formula, spesso attribuita allo scrittore Mark Twain o alla comica americana Carol Burnett, mi ha cambiato:
Commedia = Tragedia + Tempo
Qualsiasi sofferenza o perdita si attenua con il tempo, e con il passare del tempo possiamo guardare indietro e ridere di ciò che è stato da una prospettiva diversa, dopo aver attraversato il dolore di quella sofferenza o perdita.
💡 Rema con altre persone
9. La vita sono le persone (e Natura e elementi) che incontri e la magia (e il caos) che co-crei insieme
Inizialmente ero arrivata al Cerea solo per imparare dall’acqua e studiare il flusso, e non mi sarei mai aspettato nient’altro. Non avrei mai immaginato che avrei voluto remare con qualcun altro. E anche se remare da solo è ancora la vocazione del mio cuore, lentamente ho iniziato ad imparare ad amare anche la magia di remare con gli altri, in particolare la barca a 4, che sembra avere una vita e un cuore pulsante propri.
Nel canottaggio ci sono vari tipi di barche – singoli, doppi, quattro, e otto più timoniere. Con ogni persona aggiunta nella barca, porta anche la sua personalità, punti di forza e di debolezza. Ogni sede nella barca ha il proprio ruolo, e per il cuore della barca di battere a un ritmo stabile e regolare, ogni persona deve capire e incarnare il suo ruolo bene. Ho più esperienza con la barca di 4, quindi, faccio un esempio con questo:
Imaggine modificato da io, origine da SuNews.it
Davanti alla barca – Parte anteriore della barca
- Capovolga (Strokeman) – il più forte fisicamente, fa ritmo e guida la barca, di solito ha più esperienza ed è il piu esperto
- Più pesante, anche forte fisicamente, devi seguire bene 1
- lo stesso come 2, devi seguire bene 2
- Prodiere (Bowman) – leggero, attento, sveglio, deve guardare dietro per evitare collisione
In ogni organizzazione di cui fai parte, o in ogni relazione che hai con qualcun altro, hai un ruolo, con responsabilità specifiche da adempiere. Quando tutti sanno chiaramente ed eseguono pienamente i propri ruoli e responsabilità, la barca può scivolare agevolmente sull’acqua; è così si possono costruire città e si possono realizzare grandi imprese. Invece, quando le persone non sanno o non sono pienamente disposte ad adempiere ai propri ruoli e responsabilità, la barca parte e si ferma, le città si sgretolano e le imprese non riescono a realizzarsi.
Ad esempio, fino ad oggi ricordo una fila di lunedì sera che è andata così bene perché il Capovolga aveva un ritmo bello e costante e il Prodiere guidava effettivamente la barca con tranquilla sicurezza, e il resto di noi nei posti 2 e 3 seguivamo bene il ritmo del Capovolga.
Ricordo invece un’altra volta del pomeriggio in cui ero su una barca da 4, dove il Capovolga litigava con il Prodiere e la persona del posto 2, perché nessuno voleva prendere il posto del Prodiere, e il Prodiere era stato messo sul posto voga con riluttanza e non ha svolto bene il suo lavoro. Tutti avevano qualcosa da dire su come governare la barca e sentivano che il loro punto di vista era importante e corretto.
Un altro ricordo prezioso che ho è quello della mattina in cui abbiamo salutato una socia Giada, che ha dovuto smettere di remare per iniziare la cura della sua malattia. Tutto è iniziato con un’idea semplice: volevo ricomprare una carta di buona guarigione e convincere tutti a firmarla per augurarle ogni bene, ma non riuscivo a trovarne uno che mi piacesse. Sapevo che le piaceva la maglietta che avevo disegnato per noi mattinieri nel circolo, quindi l’ho adattata e ho realizzato un poster e ho invitato tutti a firmarlo e coloro che sarebbero stati disposti a contribuire per i costi di stampa.
Immagine modificato da me e cavaletto per telefono (grazie a Francesco, figlio di Davide)
La mattina della sua ultima remata, il nostro coach Ema ci ha messo sulla bestia della barca 8+, la barca migliore per creare un senso di unione. Il cielo era limpido, non eccessivamente caldo, senza una goccia di pioggia in vista. Giada ha comprato le brioche, i nostri amici Ale ed Elena hanno portato caffè e tè, io ho preparato i biscrudi e abbiamo avuto una grande 3mattutina e il saluto alla colazione per Giada. Tutti gli elementi erano al loro posto e con il potere o la cocreazione si svolse una mattinata di magia. È attraverso il canottaggio, più e più volte, che mi è stato ricordato che la vita sono veramente le persone (il tuo equipaggio) e Natura / elementi che incontri e la magia o caos che crei insieme.
Quando penso alla mia esperienza personale al di fuori del canottaggio, alla co-creazione con la natura e al lasciare andare le cose fuori dal mio controllo, ripenso sempre a marzo 2019, subito prima che il COVID scoppiasse nel mondo. Ero tornata brevemente a Singapore per fare la damigella d’onore a due matrimoni dei miei cari amici e insegnavo anche Qigong e Yoga a piedi nudi su un prato mozzafiato sul tetto due volte a settimana.
Tramonti di magia che abbiamo condiviso insieme in flow
Immagine da Funan DigitalLife Mall e me
Gli studenti hanno adorato le mie lezioni e quanto fosse bello il posto, e hanno avuto così tanto successo che si è sparsa la voce che le mie lezioni si sono ampliate e ampliate. Ma il tempo a Singapore è imprevedibile e dopo un periodo di cielo sereno e tramonti mozzafiato abbiamo iniziato ad avere serate di nuvole e pioggia imprevedibili.
Gli studenti hanno iniziato a richiedere rimborsi e c’è stata una notevole delusione, e io mi sono sentito arrabbiata, impotente e insicuro su cosa fare. Sentivo di aver fallito come insegnante nel fornire la meravigliosa esperienza che avevo evocato, ed ero in balia della natura e dei suoi capricci.
la vista straziante delle cancellazioni e delle delusioni a venire
Immagine da me
Ma questo ci ricorda la natura stessa della vita, che siamo solo una parte molto piccola di un quadro molto più grande. E non c’è persona migliore che possa parlare di questo del mio amico e collega mattinieri, marinaio, scienziato ed esperto Roby, CEO della Riviera Sailing Academy e parte dell’Arctic Team di #fjallraven polar 2024:
“Muoversi outdoor ci insegna che dobbiamo imparare a conoscere e rispettare l’ambiente che ci ospita, e che non noi ma la Natura “vince sempre“. La corrente del fiume, la burrasca in mare, il temporale in montagna, a volte ci impediscono di raggiungere il nostro risultato, indipendentemente da quanto siamo allenati, attrezzati, forti. La Natura ci insegna mette a nudo la nostra debolezza.
L’intuizione di Roby è che dobbiamo rispettare e sintonizzarsi con la natura
Immagine da ehabitat.it
Non volerla riconoscere, credere di potere vincere sempre, è molto pericoloso, soprattutto quando ci muoviamo outdoor. Moltissimi incidenti sono causati dalla incapacità di entrare in sintonia con l’ambiente che ci circonda, capirlo, ascoltarlo e comprendere la nostra fragilità.”
Roby sta attualmente aprendo un blog per condividere le sue riflessioni sui suoi anni di esperienza all’aria aperta e potresti seguirlo qui.
10. Per svilupparsi pienamente, impara quando guidare da dietro
Di solito quando si rema sul lago, ad esempio Lago Varese o Lago Candia (dove si terranno i campionati italiani, di solito si posiziona il timoniere al numero 1, Capovolga, perché nella barca il Capovolga vede meglio le boe, e dobbiamo segue le boe per andare dritti.
Non e facile seguire le durdane dritti e remare dritto durante la gara
Immagine da All’interno dei giochi
Invece, a dove ho imparato Canottaggio – Canottieri Cerea, remiamo sul fiume Po, e siccome ci sono tante curve nel Po, ha più senso mettere timone in posizione 4, quindi, Prodiere, invece di mettere a posizione 1, Capovolga.
Quando appena ho iniziato a remare nella barca di 4, pensavo che il mio obiettivo era quello di fare un bello forte ritmo, o seguo in secondo o terzo. Invece più remo, più sono diventato affascinato con il ruolo di Prodiere, siccome se vorrei remare da sola, devo coltivare bene l’abilità di sapere e guidare la barca in maniera corretta. Inoltre, Prodiere è un ruolo davvero ingrato – se fatto bene, non viene riconosciuto e solo se fatto terribilmente riceve tutta l’attenzione.
Assumere il ruolo del Prodiere richiede un multitasking di alto livello: devi seguire il ritmo stabilito dagli altri, eseguire un movimento rotatorio asimmetrico con un piede, guardando periodicamente indietro per verificare potenziali collisioni o oggetti galleggianti nel fiume da evitare, e rispondi alle domande frequenti del tuo equipaggio, se gli piace chiacchierare mentre rema.
Sterzare con il piede mentre seguendo il ritmo ed eseguire correttamente i movimenti richiede un multitasking di alto livello
Immagine da Reddit Canottaggio
Ho iniziato un sabato quando il fiume era pieno di barche, quando nessun altro voleva prendere il posto di Prodiere, quindi mi sono offerto volontario per provare. Essendo nuovo, non sapevo come manovrare bene il piede e di conseguenza abbiamo quasi sbattuto di lato, siamo andati in contromano e siamo stati sgridati dagli altri club.
Successivamente ho avuto esperienze migliori sulla barca 4E e 4F, solo per vedere la mia fiducia sgonfiata da uno sfortunato incidente martedì mattina presto in cui una corrente eccezionalmente forte e una manovra tardiva hanno fatto intrappolare la nostra barca tra i rami caduti. Per fortuna, grazie all’approccio rapido e calmo dello nostro coach Ema, siamo riusciti a sfuggire incolumi alla prova, ma la barca era danneggiata, così come la mia fiducia nell’essere un Prodiere.
Durante la breve pausa che ho preso dal ruolo di Prodiere, ho notato la riluttanza di molti altri membri del club, la maggior parte dei quali hanno remato per anni ma non hanno mai voluto provarlo per paura di fallire o credevano che sarebbe troppo difficile per loro. Ho visto quanto fosse preziosa un’abilità e quanto fosse raro essere un buon Prodiere, e ho sviluppato un profondo rispetto per il maestro Prodieri nel nostro club. Mi è stato ricordato ancora una volta che l’unico modo per avere successo in qualsiasi cosa è fallire e continuare a provare, quindi sono tornata al posto di Prodiere con una curiosità e una determinazione riaccese che non avevo mai avuto prima.
Il mio fascino per il ruolo di Prodiere va oltre le competenze tecniche che comporta – Ritornando al concetto di Yin-Yang che abbiamo esplorato al punto 5, all’interno di una barca da 4 o 2, escludendo le persone al centro, il Capovolga è Yang, come imposta il ritmo della barca, mentre Prodiere è Yin, mentre controlla periodicamente eventuali collisioni e conduce la barca verso la salvezza. Nella vita dobbiamo coltivare entrambe queste capacità e sapere quando è opportuno parlare apertamente e guidare con decisione, stabilendo il tono e il ritmo di come si svolgono le cose, e quando invece “guidare da dietro” in silenzme e con fiducia senza che il gruppo se ne accorga.
Il viaggio continua…
La parte successiva di questa riflessione esplorerà di più la nostra relazione con il tempo/timing, come rimanere centrati e come relazionarci con gli elementi della vita. Grazie per aver letto i miei pensieri di 12 mesi sul fiume. E tu? Cosa ne pensi?
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