l’Arte del Ritorno III
Scritto da: Wenlin Tan mentre ascoltavo il mondo
“No feeling is final” – Rilke
25 giorni a LSP
Caro Sorgente,
Da quando ho iniziato a cercarti, ho cominciato a scrivere. Perché nel processo della scrittura questi pensieri disordinati e ribelli si uniscono in modo coerente, come fili separati che si intrecciano in un magnifico arazzo. Mi aiuta a dare un senso a tutto questo.
E ora, da quando ho iniziato a remare, quando Ti ho trovato, scrivo a Te e con Te. Perché nel processo di scrivere a Te mi viene ricordato che io stessa sono un singolo filo, che Tu, l’Invisibile Tessitore, stai intrecciando nel grande arazzo della Vita stessa. Mi aiuta ad avere fiducia nel disegno anche se non riesco a vedere il quadro complessivo.

Ma negli ultimi giorni, mentre scivolavo attraverso i verdi scuri, i blu e i neri del Po, l’unica cosa che potevo vedere erano i rossi infuocati, gli aranci e il bianco che avvolgevano Los Angeles.
Una settimana fa, il mio cuore si è afflitto quando ho letto un biglietto nell’ascensore, scritto da un vicino che malediceva la persona scortese che aveva rubato il loro zerbino natalizio. Lo stesso giorno, tornando a casa, questo stesso cuore si è riempito di gioia nel vedere un piatto di caramelle fuori l’ufficio di custode, offerto generosamente da due vicini a tutti i bambini del nostro condominio.
E questo mese, durante il canottaggio, mi è stato detto da un Coach e vogatore esperto, “… unica cosa è, tu… non ti spingi. Per remare bene, devi spingere”. Solo settimane prima che un altro vogatore esperto mi aveva detto, “Tira nen, vuga bin” (in Piemontese, significa non spingere, e remerai bene). Poi, oggi, mi ha consigliato scherzosamente un altro Coach e vogatore esperto, “Non devi tirare, devi far tirare (l’altra persona)“.
Le parole sono andate e venute ma ho faticato a collegarle in fili coerenti, figuriamoci a tesserle in qualcosa di significativo. Ci sono state solo giustapposizioni di scene separate, frammenti, come forse uno specchio infranto.

Quando pensiamo all’interezza, alcuni di noi potrebbero associarla anche alla completezza e alla perfezione. Ma la perfezione non è una condizione necessaria per l’Interezza – in alcuni casi, l’opposto, l’imperfezione, è ciò che rende qualcosa più squisito, più Intero.
Nell’arte della ceramica giapponese, esiste una tecnica speciale chiamata Kintsugi 金継ぎ, ‘riparazione in oro’, l’arte di riparare le ceramiche rotte saldando le aree di rottura con lacca urushi cosparsa o mescolata con polvere d’oro, argento o platino. Con questa tecnica, ogni volta viene creata un’opera d’arte unica, ciascuna con la propria storia e bellezza, grazie alle crepe uniche che si formano quando un oggetto si rompe.

Immagine da Fondazione Sinapsi
Poi, ieri, mi hai ricordato che anni fa, come una diversa Wenlin nel 2018-2019, avevo già provato questo conflitto. E l’avevo riconciliato, in un modo come Kintsugi, attraverso la più bella scoperta che divenne per un breve periodo la mia ossessione: la Poesia Twin Cinema.
Il Twin Cinema è una forma poetica scritta in due colonne distinte. Ogni colonna può essere letta individualmente dall’alto verso il basso, spesso presentando immagini correlate o contrastanti, o punti di vista in contrasto tra loro.
La sua bellezza risiede nella possibilità di essere letta anche trasversalmente. Quando lo si fa, ogni poesia racconta una storia diversa / rivela un nuovo significato. La prima poesia twin cinema fu creata dal poeta singaporiano Yeow Kai Chai, “Begone Dull Care“.
Sono passati 6 anni dall’ultima volta che ho provato a scrivere una poesia cinematografica gemella, e tuttavia è ancora amore a prima vista. Alcune cose non cambiano mai:
L’inferno | Sul Po |
As the world dims its light a firefighter’s heart beats to resist the plight Watching the fuming pains fire clears and destroys Incinerating till nothing remains Dive into the flame however near or far each body burns the same Like fire, return to fight you must burn Reduce to ash to ascend the flames merge, collapse, crash Let the flame of the heart roam Can you see Only one path leads home | Where the currents play the rower’s calloused hands accept the way Sensing the waves below water cleanses and irrigates washing clean what we know Drift upon the tide in each rise and fall the Spirit learns to glide To stay afloat, like water, we must surrender the boat. In the rain remain undercurrent drift further from the pain The distance will set us free to understand all streams meet the sea |
Grazie, per il tuo invito di cocreare e per avermi ricordato il potere delle parole di elucidare, chiarire e consolare. Come ha scritto da Rilke, le parole mi aiutano ad arrivare ai confini del mio desiderio.
Amandoti sempre,
Wenlin
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